Smartphone sotto sequestro in caso di incidente: troppi incidenti e morti causati dai telefoni!
L'automobile non è un mezzo di trasporto mortale. Tuttavia, guidare trasgredendo le norme sulla sicurezza stradale può causare vittime. Un'affermazione, quest'ultima che può sembrare frutto di una riflessione banale e quasi scontata. Di contro, davanti al numero di incidenti che si verificano ogni anno occorre davvero fermarsi a riflettere.
Giornata Mondiale in ricordo delle vittime della strada
È stato il numero dei morti per incidenti stradali ad aver portato l'"Assemblea generale delle Nazioni Unite" ad adottare, nell'ottobre dell'anno 2005, la Risoluzione 60/5. Essa non fa altro che ricordare a ogni cittadino che la prima causa di morte tra i giovani dai 15 anni ai 29 anni d'età è rappresentata dagli incidenti stradali.
È così che per molte famiglie l'automobile, da mezzo di trasporto fondamentale si è trasformata in un bieco mezzo di morte, discostandosi del tutto dall'opera d'arte rappresentata dai Futuristi nel lontano 1909, quando al punto 4 de loro Manifesto l'automobile superava in bellezza la scultura marmorea la Vittoria di Samotracia.
È nella società attuale che energia e movimento "sfuggono" ai controlli di ogni raziocinio e coscienza. Questo a livello mondiale, si traduce in una vera e propria mattanza di vite umane proprio a causa dei numerosi incidenti stradali. Non è un caso, allora, che davanti a una tragedia sempre più dilagante, l'obiettivo della Risoluzione delle Nazioni Unite sulla sicurezza automobilistica sia stato quello di limitare gli incidenti e le morti stradali.
Dall'anno 2005, quindi, tutti gli anni durante la terza domenica del mese di novembre si celebra la Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della strada. Una ricorrenza il cui scopo è dare il giusto rilievo alle norme sulla sicurezza stradale. Più che in altre occasioni, durante questa giornata la polizia stradale controlla le strade e le autostrade del Bel Paese con tutti i mezzi in suo possesso.
Da parte sua l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ha lanciato una petizione diretta ai politici, chiedendo loro di firmare una proposta di legge elaborata dall'onorevole Emilio Minnucci per l'istituzione della Giornata della Memoria delle Vittime della Strada: "non basta votare la legge sull’omicidio stradale, bisogna fare molto di più per prevenire il sinistro stradale" - afferma l'Associazione -, la quale prosegue: "Il riconoscimento della Giornata della Memoria delle Vittime della Strada ci aiuterà a compiere gli ulteriori passi a favore della prevenzione, per salvaguardare il valore della vita, della salute, della verità, della giustizia per tutti, a partire dalle vittime: perché non ci siano né vittime e né imputati". Al riguardo, è bene precisare che nel solo anno 2016 sono state ben 2000 le firme raccolte e consegnate dalla presidente dell'AIFVS onlus Giuseppa Cassaniti Mastrojeni all'onorevole Minnucci.
Lo scorso marzo, inoltre, la "Commissione Trasporti" della "Camera dei Deputati" ha approvato all'unanimità la proposta di legge sull’istituzione della "Giornata Nazionale in memoria delle Vittime della Strada". La palla è ora quindi passata al Senato.
Guidare con lo smartphone: quali le conseguenze?
Entrati nella vita quotidiana della maggior parte dei cittadini, smartphone et similia sembrano ormai essere strumenti tanto indispensabili da da essere utilizzati anche durante la guida. A darci la dimensione della tragedia è un bell'articolo di Vincenzo Borgomeo, che dalle pagine del quotidiano "La Republica" ci informa che, secondo i dati di Automobile club, i sinistri dovuti a distrazione sono ben il 75% del totale. I dati ISTAT contribuiscono a delineare un quadro ancora più completo. Secondo l'Istituto nazionale di statistica, infatti, i sinistri dovuti a distrazione da smartphone e da altri dispositivi elettronici, sulle strade extraurbane superano il 21,4%, mentre quelli avvenuti sulle strade urbane sono pari a circa il 15,5%. I dati non sono di certo incoraggianti.
A darci la dimensione della tragicità della situazione è l'ACI, come ha spiegato Enrico Pagliari, il dirigente del Centro di Ricerca che basa le sue elaborazioni su dati ISTAT. L'ACI, infatti, ha messo in evidenza come nel territorio italiano ben 3 incidenti su 4 siano causati da distrazione. Nei primi 6 mesi del 2015 guidare contravvenendo le norme sulla sicurezza stradale ha causato quasi 1200 morti. La causa principale di questi numeri è da ricercarsi nell'uso scorretto degli smartphone e degli altri dispositivi durante la guida.
Due visioni diverse quelle di ISTAT e ACI. Entrambe ci danno però la dimensione di quanto il fenomeno sia drammatico, così drammatico da prevedere l'immediato ritiro della patente.
Oltre alla guida con smartphone sono altri due i punti che il Governo deve inserire nella nuova norma: il divieto di sorpassare i ciclisti se non ci sono le distanze adeguate (1,5 metri di spazio laterale) e l'avvio immediato dei controlli automatici che permettono di scoprire più facilmente i cittadini che, trasgredendo la legge, circolano sprovvisti delle Assicurazioni RC Auto.
Il ritiro immediato della patente, al contrario di quanto previsto oggi, dovrebbe scattare già alla prima violazione. Allo stato attuale, esso avviene invece solo per i recidivi. Detto provvedimento, come proposto dal Decreto legislativo 150/2017, dovrebbe partire già prima dell'estate.
Ritiro della patente: guidare giocando con lo smartphone può toglierti la vita
Farsi selfie, scrivere messaggi, telefonare, interagire sui social, controllarsi l'e-mail e via discorrendo sono tutti comportamenti sbagliati che ogni cittadino non dovrebbe adottare quando si trova alla guida della propria automobile.
Tuttavia, la realtà è un'altra e ad andarci di mezzo sono proprio le vite umane. Detto altrimenti, guidare maneggiando il proprio dispositivo elettronico può provocare incidenti. Come appena accennato, sarà la nuova norma, che dovrà essere inserita nel Codice della Strada e che prevederà l'immediato ritiro della patente, ad arginare il problema. Il documento di guida verrà "sequestrato" per un periodo di tempo che dovrebbe essere quantificabile in uno, due o tre mesi. A deciderlo sarà il prefetto. Al bando, quindi, l'odierna reiterazione, dal momento che la pena smetterà di essere prevista solamente per i recidivi.
A rincarare la punizione dovrebbero arrivare anche contravvenzioni più salate rispetto a quelle attuali. Le nuove multe, anche se pagate entro 5 giorni, non prevederanno lo sconto del 30%. Chiaramente i punti della patente diminuiranno vertiginosamente: si parla di ben 5 punti in meno.
A rendere ancora più nodosa una situazione già preoccupante sono i produttori stessi dei dispositivi mobile. Non tutti sanno, infatti, che la tecnologia per poter utilizzare questi supporti elettronici in sicurezza esiste già. I produttori la conoscono bene. A rivelarcelo è Alberto Flores d'Arcais, che prendendo spunto da una polemica made in USA, ci chiarisce il perché in un articolo dal titolo "Smartphone da isolare in auto ma i produttori resistono" uscito sulle pagine del quotidiano La Repubblica. A puntare per primo il dito contro gli industriali del settore è stato il presidente del National Safety Council Deborah Hersman, la quale afferma che la tecnologia per evitare queste stragi c'è e che è ben nota agli industriali del settore. Apple e Samsung, per esempio, – si legge nell'articolo - "hanno già da tempo la tecnologia necessaria per impedire a chi è al volante di usare l'iPhone o gadget simili".
Tra gli strumenti più conosciuti c'è una app, la "AT&T DriveMode", il cui compito è quello di rispondere automaticamente agli sms ricevuti, spiegando che in quel preciso istante il titolare del dispositivo si trova alla guida di una vettura. La "AT&T DriveMode" non è però l'unica app esistente a espletare tale compito. È proprio in virtù della conoscenza dell'esistenza di tecnologie simili che i produttori di smartphone et similia dovrebbero essere i primi a rispondere degli incidenti che si verificano ogni anno sulle strade do ogni Stato, Italia compresa. Tuttavia, dal canto loro i produttori asseriscono che "la tecnologia per bloccare chi è al volante è ancora allo stato iniziale e poi ci sarebbe sempre il rischio di bloccare anche lo smartphone di un passeggero o di chi sta semplicemente viaggiando su un autobus o in treno". Detto in soldoni, parrebbe che i produttori non vogliano proprio correre il rischio di perdere i loro clienti. Una dichiarazione che sembra non convincere, visto che diventano sempre più numerose le cause legali che "vedono in prima fila guidatori, polizia stradale, assicurazioni e che negli ultimi anni hanno coinvolto anche società come Samsung ed Apple".